CioccolaTò 2013 » torino http://www.cioccola-to.it/2013 Chi lo Fa vi Aspetta! Tue, 07 Jan 2014 17:10:46 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.5.1 torino ed il cioccolato. un dolce matrimonio d’amore http://www.cioccola-to.it/2013/torino/il-cioccolato http://www.cioccola-to.it/2013/torino/il-cioccolato#comments Thu, 27 Jun 2013 07:52:11 +0000 admin http://www.cioccola-to.it/2013/?p=20 Da sempre Torino è considerata la capitale del cioccolato, potendo vantare una lunga ed importante tradizione nel settore.

CIOCCOLATO E “TONDA GENTILE”: UNA STORIA D’AMORE A LIETO FINE
Se si parla di cioccolato piemontese, conosciuto nel mondo per il suo sapore unico e delizioso, non è possibile tralasciare la protagonista di tanta bontà: la Nocciola Piemonte Tonda Gentile delle Langhe, detta semplicemente Nocciola Piemonte secondo la direttiva della Comunità Europea che nel 1996 l’ha insignita dell’IGP, Indicazione Geografica Protetta.
L’eleganza, la finezza e la persistenza del profumo, unitamente alla regolarità della forma e agli alti valori nutritivi ed energetici fanno della Nocciola Piemonte un ingrediente indispensabile per la realizzazione del Gianduiotto, simbolo della tradizione cioccolatiera piemontese nel mondo.
La storia del cioccolato piemontese è strettamente legata a Torino, città in cui il cibo degli dèi ha esercitato un fascino particolare, conquistando dapprima l’élite aristocratica e diventando man mano un prodotto di  massa consumato dall’intera popolazione.
Scopriamo ora le tappe di questa storia lunga quasi cinque secoli e tutte le curiosità e le particolarità che fanno di Torino la vera Capitale del Cioccolato in Italia.

IL CIOCCOLATO: SIMBOLO DELLA TORINO GOLOSA
Torino, ad oggi, è uno dei più importanti distretti del cioccolato in Italia con una significativa produzione sia industriale che artigianale, nota in tutto il mondo.
Passeggiando per la città è impossibile non lasciarsi tentare dai dolci e golosi profumi di vaniglia, di mandorle e nocciole tostate, di caffè e di cacao emanati dalle cioccolaterie che costellano le vie del centro storico nelle quali poter gustare le delizie e le specialità proposte dalla tradizione dolciaria piemontese. Basta varcare la soglia di uno dei tipici caffè cittadini per ritrovarsi immersi nelle calde ed eleganti atmosfere, rimaste immutate dall’Ottocento ad oggi.
Dai cioccolatini, i cosiddetti givo nati proprio a Torino, alle tavolette, dalla cioccolata in tazza al tipicobicerin sono tante le occasioni che la città offre per viziare il palato dei più golosi… perché di cioccolato non si è mai sazi!

TORINO: UNA CITTÀ DOVE LA GOLOSITÀ HA FATTO STORIA…
Da sempre Torino è considerata la capitale italiana del cioccolato, potendo vantare una lunga ed importante tradizione nel settore.
La storia del cioccolato nel capoluogo piemontese inizia nel 1559, all’indomani della pace di Chateau Cambrésis, quando Emanuele Filiberto di Savoia, generale degli eserciti spagnoli sotto l’imperatore Carlo V, torna nei suoi Stati portando con sé alcuni semi di cacao che servirà l’anno seguente, sotto forma di cioccolata calda fumante, durante i festeggiamenti per il trasferimento della capitale del Regno di Savoia da Chambéry a Torino.
Fino al 1826 il cibo degli dèi viene servito e consumato esclusivamente come bevanda liquida, sarà l’imprenditore Paul Caffarel che darà avvio alla produzione di cioccolato solido ottenuto mescolando cacao, acqua, zucchero e vaniglia.
Ben presto questo nuovo modo di consumare il cioccolato conquista il palato dell’aristocrazia piemontese e non solo, segnando l’ascesa inarrestabile del cibo degli dei come lo conosciamo oggi.

IL GIANDUIOTTO… UN CIOCCOLATINO TUTTO TORINESE
Proprio a Torino nasce il celebre Gianduiotto, il cioccolatino a forma di spicchio o barchetta rovesciata che diviene subito il simbolo della città, conosciuto in ogni parte del globo.
La “pasta Gianduia” nasce nel 1852 dal genio di Michele Prochet che, per far fronte alle difficoltà di rifornimento di cacao, divenuto un prodotto proibitivo e eccessivamente caro a causa del Blocco Continentale indetto da Napoleone, decide di unire all’impasto un prodotto locale, più facilmente reperibile e sicuramente più economico: la nocciola delle Langhe, la cosiddetta “Tonda gentile” dal gusto deciso e delicato. Prochet arriva ben presto a comprendere che, fatta tostare e aggiunta alla pasta di cacao finemente triturata, la nocciola può fare la differenza donando al prodotto finito un gusto nuovo, unico e delizioso.
E’ però solo nel 1865 che i “Gianduia”, popolarmente chiamati “Gianduiotti”, vengono messi in commercio avvolti in una sottile carta dorata, diventando così i primi cioccolatini incartati.
Ma perché assegnare al goloso cioccolatino proprio il nome “Gianduia”?
Gianduia è la famosa maschera popolare torinese il cui nome deriva dalla locuzione “Gioann dla doja” ovvero Giovanni del boccale. Sarà proprio questa maschera, in occasione del Carnevale del 1867, a distribuire per la prima volta questi nuovi e golosi cioccolatini al pubblico festante, dando ad essi il proprio nome.

IL BICERIN… LA BEVANDA DEGLI DÈI
Un altro prodotto tipico molto noto e amato dai torinesi è il Bicerin, bevanda a base di caffè espresso, cioccolata e crema di latte nata nel 1763 nell’omonimo locale dall’intuizione del proprietario. Questa delizia, servita al pubblico rigorosamente calda fumante, deve il proprio nome al recipiente che la contiene, ossia un piccolo bicchiere che in dialetto torinese è detto appunto bicerin.
La ricetta originale prevede inizialmente tre varianti: la prima, pur e fiur, assimilabile all’odierno cappuccino, la seconda, pur e barba, composta da caffè e cioccolato e l’ultima, ’n poc ‘d tut, ovvero un po’ di tutto. E’ quest’ultima formula a deliziare maggiormente i palati degli avventori del Bicerin, che tutt’oggi la prepara secondo la tradizionale ricetta e che, dal 2001 è stata ufficialmente riconosciuta come “bevanda tradizionale piemontese” .

IL GIANDUJA DISTRICT
Oggi Torino e il suo distretto si configurano come il maggior centro italiano per quanto riguarda la lavorazione del cioccolato, con una produzione di oltre 80.000 tonnellate, pari a quasi il 40% del totale nazionale.
Ma chi sono i pionieri che per primi hanno creduto nell’industria cioccolatiera torinese rendendola una fra le più feconde al mondo?
Fra i più importanti e rinomati troviamo Caffarel, azienda fondata nel 1826 da Pierre Paul Caffarel che nel 1878 si unisce a Michele Prochet dando vita al più famoso fra i gianduiotti; Leone 1857 impresa produttrice delle celebri Pastiglie, le cui origini sono da ricercarsi in una confetteria di Alba aperta nel 1857 da Luigi Leone poi trasferitasi a Torino nel 1880; nel 1858 anche Ferdinando Baratti e Edorado Milano aprono la prima confetteria e cominciano la produzione di cremini, caramelle e gianduiotti con il marchio Baratti & Milano, oggi di proprietà del Gruppo Novi. Vent’anni dopo, nel 1878, un ex operaio alla Baratti & Milano, Silvano Venchi lascia l’azienda e avvia l’attività di produzione di cioccolato in proprio, creando uno dei prodoti di maggior successo, le Nougatine, tutt’oggi prodotte dall’aziendaVenchi (che, peraltro, è titolare attualmente anche di Talmone 1850, altra storica firma del cioccolato torinese), mentre nel 1915 nasce, in Corso Moncalieri, la prima bottega Peyrano, marchio oggi acquisito dal Gruppo napoletano Maione ed, infine, nel 1924, ad opera di  Pietro Arturo Streglio vede la luce Streglio 1924, azienda specializzata in praline e gianduiotti, di recente rilevata e riportata ai vecchi splendori dall’imprenditore Livio Costamagna.
Da non perdere un tour alla scoperta delle cioccolaterie storiche del centro di Torino come –oltre ai già citati Al Bicerin e Baratti & Milano- Fiorio, caffè famoso per essere ritrovo di politici e statisti del Risorgimento italiano, MulassanoPaissaPepino, in Piazza Carignano, dove ancora si può gustare il famoso gelato Piguino, creato nel 1939 e da allora prodotto secondo la ricetta originaria ed infine,PfatsichPlatti e il Caffè San Carlo, nell’omonima piazza.
A rappresentare, invece, il nuovo corso del cioccolato artigianale torinese sono maestri artigiani emergenti del calibro di Guido Gobino, che ha improntato la sua produzione al rispetto della tradizione ma anche alla continua ricerca di nuove sensazioni gustative, Guido Castagna giovane cioccolatiere di Giaveno alle porte di Torino; Giovanni e Maurizio Dell’Agnese, cugini e rappresentanti di una dinastia di cioccolatieri la cui storia inizia nel 1950; Capitano Rosso, alias il capitano di lungo corso Gianfranco Rosso, che nella sua Cambusa continua anch’egli la tradizione di famiglia all’insegna dell’innovazione e dell’originalità; A. Giordano, laboratorio nata in centro a Torino nel 1897 e oggi gestito dalla famiglia Faletti; Lorenzo Zuccarello giovane artigiano del cioccolato con sede a Collegno o Marco Vacchieri e le sue Dolci Intuizioni con sede a Rivalta di Torino; La Perla e, per concludere,La Stroppiana, il cui punto di forza sono le creme spalmabili in tantissime varietà.
I nomi di molti altri produttori torinesi si sono ormai persi nella memoria collettiva e sono testimoniati soltanto dalle vecchie etichette e dalle scatole di latta collezionate dagli appassionati, mentre altri se ne sono aggiunti in tutto il Piemonte, dove la produzione artigianale ed industriale del cioccolato si è diffusa, imponendosi sul mercato, con brand come Ferrero azienda nata ad Alba (Cuneo) nel 1942 ad opera di Pietro Ferrero. Nel 1946 nasce il primo prodotto a marchio, il giandujot, un cioccolatino a base di nocciole che si mette sul pane e che ottiene subito un successo insperato. E’ l’antenato della Nutella, oggi famosa in tutto il mondo. Tra gli anni ’50 e ’80 l’azienda lancia sul mercato altri prodotti di successo come il Mon Chéri, il Pocket Coffe e Ferrero Rocher. Altre importanti realtà piemontesi sono Novi ePernigotti, entrambi sorte a Novi Ligure in provincia di Alessandria, la prima nel 1903 come cooperativa di dettaglianti e grossisti dolciari,  la seconda nel 1868 ad opera di Stefano Pernigotti e del figlio Francesco.
Non possiamo non citare anche altre realtà artigianali della regione come Bodrato Cioccolato(Capriate d’Orba – AL), Giraudi (Castellazzo Bormida – AL), Le Delizie di Silvio Bessone (Vicoforte – CN) e tanti altri ancora.
Per conoscere ancora meglio antichi e più recenti produttori di cioccolato di Torino e Provincia consigliamo la lettura di CioccolaTorino – Storie, personaggi, indirizzi e curiosità frutto dell’attenta penna di Clara e Gigi Padovani (BluEdizioni, 2010

Ulteriori informazioni su www.comune.torino.it/torinoplus/gusto/cioccolato/

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torino, storia di una capitale http://www.cioccola-to.it/2013/torino/la-citta http://www.cioccola-to.it/2013/torino/la-citta#comments Thu, 27 Jun 2013 07:51:25 +0000 admin http://www.cioccola-to.it/2013/?p=18 Quarto comune italiano per popolazione e terzo polo economico del Paese, Torino è una città in grado di offrire a chi la visita una vastissima varietà di itinerari turistici, ideali sia per gli appassionati di arte e architettura, sia per i buongustai sia, nientemeno, per i cultori di magia e arti occulte.

Passeggiare sotto i grandiosi portici monumentali e visitare i numerosi musei, monumenti, chiese e basiliche di cui le vie cittadine sono costellate, fermandosi poi per una pausa golosa in un tipico caffè del centro per sorseggiare un caldo bicerin, è un’esperienza che solo Torino può offrire.

Visitare Torino significa intraprendere un percorso nel passato, nella storia e nelle emozioni che il tempo, in questi luoghi, sembra aver cristallizzato per sempre.

Tra le bellezze artistiche e architettoniche che hanno reso Torino famosa nel mondo non possiamo non ricordare

LA MOLE ANTONELLIANA
La storia di questa ardita e geniale costruzione inizia nel 1862 quando la comunità ebraica di Torino decide, a seguito dell’emancipazione a loro concessa da Carlo Alberto, di far edificare una Sinagoga. Il progetto, affidato all’estroso architetto Alessandro Antonelli, diviene però eccessivamente dispendioso per la comunità a causa degli elevati costi di costruzione dovuti alla scelta, da parte dell’Antonelli, di rendere la Sinagoga torinese la più grande d’Italia e la più alta d’Europa.
Il cantiere viene dunque rilevato dalla Città di Torino che sceglie di approvare le modifiche apportate e di dedicare l’edificio al Re Vittorio Emanuele II. La costruzione viene così ulteriormente modificata e innalzata sino a raggiungere i definitivi 167 metri, prevedendo inoltre sulla punta della guglia un genio alato (dai torinesi chiamato l’angelo).
Dopo 26 anni di lavori, nel 1889, la struttura della guglia è terminata e sulla sua punta viene issato il genio alato dorato. In seguito, grazie al contributo del figlio di Antonelli, Costanzo e dell’architetto Annibale Rigotti, che eseguirà le decorazioni all’interno, l’edificio vede il suo definitivo compimento. Attualmente la Mole ospita il Museo Nazionale del Cinema.

IL TEATRO REGIO
Le origini del Teatro risalgono all’inizio del XVIII secolo quando Vittorio Amedeo II decide di commissionare all’architetto Filippo Juvarra la progettazione e la costruzione di un nuovo grande teatro. L’intento viene però perfezionato solo qualche anno più tardi da Re Carlo Emanuele III il quale, in seguito alla morte di Juvarra, sceglie di affidare il progetto all’architetto Benedetto Alfieri. Il Regio Teatro di Torino viene edificato nel tempo record di due anni e inaugurato il 26 dicembre del 1740 con l’Arsace di Francesco Feo.
Da allora il Teatro Regio vanta centinaia di prime rappresentazioni diventando subito un punto di riferimento internazionale per la capienza, circa 2.500 posti, e le magnifiche decorazioni della sala.
I più grandi nomi della musica e dell’opera nazionale e internazionale eseguiranno qui le loro prime rappresentazioni fra cui Giacomo Puccini che terrà a battesimo Manon Lescaut (1893) e La bohéme (1896), e Richard Strauss, che nel 1906 dirige Salomè in “prima” italiana.
Il Teatro Regio dalla sua fondazione sino ad oggi, continua a essere, con la sua attività, il centro della vita culturale e artistica di Torino e del Piemonte ma non solo.

LA BASILICA DI SUPERGA. LA VETTA DI TORINO.
La Basilica di Superga nasce per volere del Duca Vittorio Amedeo II, a seguito di un voto fatto alla Madonna delle Grazie nel 1706, durante l’assedio dei Franco-Spagnoli in Piemonte.
La sua costruzione si deve a Filippo Juvarra, architetto messinese di Casa Savoia.
Il suo interno è arricchito da sei cappelle e da quattro altari, oltre l’Altare Maggiore, con statue e monumenti in marmo di Carrara, di particolare interesse sono le numerose tele d’altare e la cupola, ispirata alle opere romane di Francesco Borromini.
Nella Cappella del Voto, all’interno della Basilica, è conservata la Statua in legno della Madonna delle Grazie del Seicento, la stessa a cui si rivolse Vittorio Amedeo II per vincere la battaglia.
I sotterranei della basilica custodiscono uno storico e artistico mausoleo nel quale sono situate le tombe dei Sovrani Sabaudi da Vittorio Amedeo II a Carlo Alberto e di altri 50 fra principi e principesse.

PALAZZO REALE
Di epoca seicentesca, il Palazzo fu residenza dei duchi di Savoia, dei Re di Sardegna e dei Re d’Italia fino al 1865. Nel corso degli anni è stata più volte rimaneggiata e ampliata e abbellita al suo innterno dai più importanti rtisti che operarono a Torino.
Oggi sono visitabili gli appartamenti reali riccamente decorati e arredati dal XVII al XX secolo che documentano l’evoluzione del gusto dei sovrani sabaudi e conservano non soltanto mobili ma anche orologi, porcellane e argenti.

Non dimentichiamo però altri importanti testimonianze della storia di Torino come Palazzo Carignano, residenza sabauda e sede del Primo parlamento italiano o Palazzo Madama; il bellissimo santuario della Consolata o la Chiesa della Gran Madre di Dio. A Torino ha inoltre sede uno dei più importanti Musei dedicati esclusivamente alla cultura e all’arte dell’antico Egitto.

I CAFFE’ STORICI
Il turista che arriva a Torino rimane affascinato nello scoprire che parecchi caffè e locali storici hanno mantenuto la medesima struttura e la stessa atmosfera che accoglieva gli ospiti nell’Ottocento.  Tra le mura di questi famosi locali, esponenti della borghesia, politici e artisti sorseggiavano tè e gustavano golosi pasticcini discutendo di politica, di affari, di arte in un ambiente raffinato e accogliente.
Fra i caffè più famosi che ancora oggi si possono trovare per le vie di Torino sono il Caffè Del Cambio, nato nel 1757 e che ebbe illustri frequentatori fra cui il Conte Camillo Benso di Cavour, il Caffè confetteria Al Bicerin, nato nel 1763, dove venne inventato, e ancor oggi si può gustare, la bevanda più golosa di Torino, il bicerin fatto con caffè, cioccolato e crema di latte.
Ed ancora la  Caffè gelateria Fiorio, chiamato all’epoca  il caffè dei codini e dei Machiavelli, nato nel 1780 e meta di nobili, diplomatici e intellettuali, il Caffè San Carlo inaugurato nel 1822 e primo caffè d’Italia ad adottare, nel 1832, la luce a gas, il Caffè Platti, aperto nel 1870, che ebbe tra i suoi clienti affezionati anche il Senatore Giovanni Agnelli, fondatore della F.I.A.T., Luigi Einaudi e Cesare Pavese.
Altri locali tipici sono, infine, l’elegante Caffè confetteria Baratti aperto nel 1875, il Caffè Torinoinaugurato nel 1903 e salotto meta di tutta la società bene e il Caffè Mulassano aperto nel 1907, ritrovo abituale di Casa Reale, dei notabili di Corte e degli artisti del vicino Teatro Regio.

TORINO CITTA’ MAGICA
Torino è da sempre considerata in tutto il mondo, come Praga e Lione, una città magica in virtù di vari fattori: numerose sculture simboliche come rosoni, draghi, mascheroni, cani e leoni, collocate in vari punti della città, il trovarsi all’incrocio di due fiumi, il Po e la Dora Riparia, che rappresenterebbero, per gli esoteristi, il Sole e la Luna, ma soprattutto l’essere collocata geograficamente in un punto d’incontro di diverse linee sincroniche, ovvero energetiche, tutto ciò fa di Torino un luogo come pochi altri al mondo, meta di turisti appassionati di arti occulte che giungono qui alla ricerca di simboli magici ed esoterici.

TORINO WORLD DESIGN CAPITAL. NEL 2008 ARRIVA A TORINO L’ÉLITE DEL DESIGN
Fra i tanti prestigiosi riconoscimenti che la città di Torino ha ottenuto e ottiene, l’essere stata nominata, nel 2008, la prima World Design Capital da parte del Icisid (International Council of Societies of Industrial Design) rientra sicuramente fra questi.
Il World Design Capital è un progetto nato nel 2008 e ideato dal Icisid per celebrare quelle metropoli che hanno fatto del design lo strumento per reinventare se stesse e il mezzo per migliorare e sviluppare la vita sociale, culturale ed economica della città.
Torino ha fatto dunque da apripista nel 2008 con una serie di iniziative e appuntamenti che hanno avvicinato il grande pubblico al design coinvolgendolo in vari progetti e attività durante l’intero corso dell’anno , la palla è poi passata a  Helsinki  nel 2009 e a Seul nel 2010.

LUCI D’ARTISTA
Nata nel 1998 e giunta nel 2010 alla sua dodicesima edizione, Luci d’Artista è un’iniziativa che, nel periodo fra novembre e gennaio, trasforma la città di Torino in un grande e suggestivo museo all’aperto grazie all’esposizione di numerose opere d’arte luminose dal grande impatto scenografico realizzate dai più importanti esponenti dell’arte contemporanea nazionale e internazionale.
Piazze e vie cittadine assumono così colori spettacolari e il cielo della notte torinese diventa la tela di un grande quadro, dipinto attraverso le sfumature e i mille colori delle installazioni luminose che costellano la città.
Le Luci d’Artista sono un progetto inserito all’interno del programma del Contemporary TorinoPiemonte, un insieme organico di istituzioni, strutture, spazi, eventi e attori, attivo tutto l’anno per la valorizzazione dell’arte contemporanea.

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Basta varcare la soglia di uno dei tipici caffè cittadini per ritrovarsi immersi nelle calde ed eleganti atmosfere, rimaste immutate dall’Ottocento ad oggi.<br /> Dai cioccolatini, i cosiddetti <em>givo</em> nati proprio a Torino, alle tavolette, dalla cioccolata in tazza al tipico<em>bicerin</em> sono tante le occasioni che la città offre per viziare il palato dei più golosi… perché di cioccolato non si è mai sazi!</p> <p><strong>TORINO: UNA CITTÀ DOVE LA GOLOSITÀ HA FATTO STORIA…</strong><br /> Da sempre Torino è considerata la capitale italiana del cioccolato, potendo vantare una lunga ed importante tradizione nel settore.<br /> La storia del cioccolato nel capoluogo piemontese inizia nel 1559, all&#8217;indomani della pace di Chateau Cambrésis, quando Emanuele Filiberto di Savoia, generale degli eserciti spagnoli sotto l&#8217;imperatore Carlo V, torna nei suoi Stati portando con sé alcuni semi di cacao che servirà l’anno seguente, sotto forma di cioccolata calda fumante, durante i festeggiamenti per il trasferimento della capitale del Regno di Savoia da Chambéry a Torino.<br /> Fino al 1826 il cibo degli dèi viene servito e consumato esclusivamente come bevanda liquida, sarà l’imprenditore Paul Caffarel che darà avvio alla produzione di cioccolato solido ottenuto mescolando cacao, acqua, zucchero e vaniglia.<br /> Ben presto questo nuovo modo di consumare il cioccolato conquista il palato dell’aristocrazia piemontese e non solo, segnando l’ascesa inarrestabile del cibo degli dei come lo conosciamo oggi.</p> <p><strong>IL GIANDUIOTTO… UN CIOCCOLATINO TUTTO TORINESE</strong><br /> Proprio a Torino nasce il celebre Gianduiotto, il cioccolatino a forma di spicchio o barchetta rovesciata che diviene subito il simbolo della città, conosciuto in ogni parte del globo.<br /> La “pasta Gianduia” nasce nel 1852 dal genio di Michele Prochet che, per far fronte alle difficoltà di rifornimento di cacao, divenuto un prodotto proibitivo e eccessivamente caro a causa del Blocco Continentale indetto da Napoleone, decide di unire all’impasto un prodotto locale, più facilmente reperibile e sicuramente più economico: la nocciola delle Langhe, la cosiddetta “Tonda gentile” dal gusto deciso e delicato. Prochet arriva ben presto a comprendere che, fatta tostare e aggiunta alla pasta di cacao finemente triturata, la nocciola può fare la differenza donando al prodotto finito un gusto nuovo, unico e delizioso.<br /> E’ però solo nel 1865 che i “Gianduia”, popolarmente chiamati “Gianduiotti”, vengono messi in commercio avvolti in una sottile carta dorata, diventando così i primi cioccolatini incartati.<br /> Ma perché assegnare al goloso cioccolatino proprio il nome “Gianduia”?<br /> Gianduia è la famosa maschera popolare torinese il cui nome deriva dalla locuzione “<em>Gioann dla doja</em>” ovvero Giovanni del boccale. Sarà proprio questa maschera, in occasione del Carnevale del 1867, a distribuire per la prima volta questi nuovi e golosi cioccolatini al pubblico festante, dando ad essi il proprio nome.</p> <p><strong>IL BICERIN… LA BEVANDA DEGLI DÈI</strong><br /> Un altro prodotto tipico molto noto e amato dai torinesi è il Bicerin, bevanda a base di caffè espresso, cioccolata e crema di latte nata nel 1763 nell’omonimo locale dall’intuizione del proprietario. Questa delizia, servita al pubblico rigorosamente calda fumante, deve il proprio nome al recipiente che la contiene, ossia un piccolo bicchiere che in dialetto torinese è detto appunto <em>bicerin</em>.<br /> La ricetta originale prevede inizialmente tre varianti: la prima, <em>pur e fiur,</em> assimilabile all’odierno cappuccino, la seconda, <em>pur e barba,</em> composta da caffè e cioccolato e l’ultima, <em>’n poc ‘d tut, </em>ovvero un po’ di tutto. E’ quest’ultima formula a deliziare maggiormente i palati degli avventori del Bicerin, che tutt’oggi la prepara secondo la tradizionale ricetta e che, dal 2001 è stata ufficialmente riconosciuta come “bevanda tradizionale piemontese” .</p> <p><strong>IL GIANDUJA DISTRICT</strong><br /> Oggi Torino e il suo distretto si configurano come il maggior centro italiano per quanto riguarda la lavorazione del cioccolato, con una produzione di oltre 80.000 tonnellate, pari a quasi il 40% del totale nazionale.<br /> Ma chi sono i pionieri che per primi hanno creduto nell’industria cioccolatiera torinese rendendola una fra le più feconde al mondo?<br /> Fra i più importanti e rinomati troviamo <strong>Caffarel</strong>, azienda fondata nel 1826 da Pierre Paul Caffarel che nel 1878 si unisce a Michele Prochet dando vita al più famoso fra i gianduiotti; <strong>Leone 1857</strong> impresa produttrice delle celebri Pastiglie, le cui origini sono da ricercarsi in una confetteria di Alba aperta nel 1857 da Luigi Leone poi trasferitasi a Torino nel 1880; nel 1858 anche Ferdinando Baratti e Edorado Milano aprono la prima confetteria e cominciano la produzione di cremini, caramelle e gianduiotti con il marchio <strong>Baratti &amp; Milano</strong>, oggi di proprietà del <strong>Gruppo Novi</strong>. Vent’anni dopo, nel 1878, un ex operaio alla Baratti &amp; Milano, Silvano Venchi lascia l’azienda e avvia l’attività di produzione di cioccolato in proprio, creando uno dei prodoti di maggior successo, le Nougatine, tutt’oggi prodotte dall’azienda<strong>Venchi </strong>(che, peraltro, è titolare attualmente anche di <strong>Talmone 1850, </strong>altra storica firma del cioccolato torinese), mentre nel 1915 nasce, in Corso Moncalieri, la prima bottega <strong>Peyrano, </strong>marchio oggi acquisito dal Gruppo napoletano Maione ed, infine, nel 1924, ad opera di  Pietro Arturo Streglio vede la luce <strong>Streglio</strong> <strong>1924</strong>, azienda specializzata in praline e gianduiotti, di recente rilevata e riportata ai vecchi splendori dall’imprenditore Livio Costamagna.<br /> Da non perdere un tour alla scoperta delle cioccolaterie storiche del centro di Torino come –oltre ai già citati Al Bicerin e Baratti &amp; Milano- <strong>Fiorio</strong>, caffè famoso per essere ritrovo di politici e statisti del Risorgimento italiano, <strong>Mulassano</strong>, <strong>Paissa</strong>, <strong>Pepino</strong>, in Piazza Carignano, dove ancora si può gustare il famoso gelato Piguino, creato nel 1939 e da allora prodotto secondo la ricetta originaria ed infine,<strong>Pfatsich</strong>, <strong>Platti</strong> e il <strong>Caffè San Carlo</strong>, nell’omonima piazza.<br /> A rappresentare, invece, il nuovo corso del cioccolato artigianale torinese sono maestri artigiani emergenti del calibro di <strong>Guido Gobino</strong>, che ha improntato la sua produzione al rispetto della tradizione ma anche alla continua ricerca di nuove sensazioni gustative,<strong> Guido Castagna </strong>giovane cioccolatiere di Giaveno alle porte di Torino; <strong>Giovanni e Maurizio Dell’Agnese</strong>, cugini e rappresentanti di una dinastia di cioccolatieri la cui storia inizia nel 1950; <strong>Capitano Rosso</strong>, alias il capitano di lungo corso Gianfranco Rosso, che nella sua Cambusa continua anch’egli la tradizione di famiglia all’insegna dell’innovazione e dell’originalità; <strong>A. Giordano</strong>, laboratorio nata in centro a Torino nel 1897 e oggi gestito dalla famiglia Faletti; <strong>Lorenzo Zuccarello </strong>giovane artigiano del cioccolato con sede a Collegno o <strong>Marco Vacchieri </strong>e le sue Dolci Intuizioni con sede a Rivalta di Torino<strong>; La Perla</strong> e, per concludere,<strong>La Stroppiana</strong>, il cui punto di forza sono le creme spalmabili in tantissime varietà.<br /> I nomi di molti altri produttori torinesi si sono ormai persi nella memoria collettiva e sono testimoniati soltanto dalle vecchie etichette e dalle scatole di latta collezionate dagli appassionati, mentre altri se ne sono aggiunti in tutto il Piemonte, dove la produzione artigianale ed industriale del cioccolato si è diffusa, imponendosi sul mercato, con brand come <strong>Ferrero </strong>azienda nata ad Alba (Cuneo) nel 1942 ad opera di Pietro Ferrero. Nel 1946 nasce il primo prodotto a marchio, il giandujot, un cioccolatino a base di nocciole che si mette sul pane e che ottiene subito un successo insperato. E’ l’antenato della Nutella, oggi famosa in tutto il mondo. Tra gli anni ’50 e ’80 l’azienda lancia sul mercato altri prodotti di successo come il Mon Chéri, il Pocket Coffe e Ferrero Rocher. Altre importanti realtà piemontesi sono <strong>Novi </strong>e<strong>Pernigotti</strong>, entrambi sorte a Novi Ligure in provincia di Alessandria, la prima nel 1903 come cooperativa di dettaglianti e grossisti dolciari,  la seconda nel 1868 ad opera di Stefano Pernigotti e del figlio Francesco.<br /> Non possiamo non citare anche altre realtà artigianali della regione come <strong>Bodrato Cioccolato</strong>(Capriate d’Orba – AL)<strong>, Giraudi </strong>(Castellazzo Bormida – AL), <strong>Le Delizie </strong>di <strong>Silvio Bessone </strong>(Vicoforte – CN)<strong> </strong>e tanti altri ancora.<br /> Per conoscere ancora meglio antichi e più recenti produttori di cioccolato di Torino e Provincia consigliamo la lettura di <strong>CioccolaTorino – Storie, personaggi, indirizzi e curiosità </strong>frutto dell’attenta penna di <strong>Clara e Gigi Padovani (BluEdizioni, 2010</strong></p> <p>Ulteriori informazioni su <a href="http://www.comune.torino.it/torinoplus/gusto/cioccolato/index.shtml">www.comune.torino.it/torinoplus/gusto/cioccolato/</a></p> ]]>
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<title>torino, storia di una capitale</title>
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<pubDate>Thu, 27 Jun 2013 07:51:25 +0000</pubDate>
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<![CDATA[ <p>Quarto comune italiano per popolazione e terzo polo economico del Paese, Torino è una città in grado di offrire a chi la visita una vastissima varietà di itinerari turistici, ideali sia per gli appassionati di arte e architettura, sia per i buongustai sia, nientemeno, per i cultori di magia e arti occulte.</p> <p>Passeggiare sotto i grandiosi portici monumentali e visitare i numerosi musei, monumenti, chiese e basiliche di cui le vie cittadine sono costellate, fermandosi poi per una pausa golosa in un tipico caffè del centro per sorseggiare un caldo <em>bicerin,</em> è un’esperienza che solo Torino può offrire.</p> <p>Visitare Torino significa intraprendere un percorso nel passato, nella storia e nelle emozioni che il tempo, in questi luoghi, sembra aver cristallizzato per sempre.</p> <p>Tra le bellezze artistiche e architettoniche che hanno reso Torino famosa nel mondo non possiamo non ricordare</p> <p><strong>LA MOLE ANTONELLIANA</strong><br /> La storia di questa ardita e geniale costruzione inizia nel 1862 quando la comunità ebraica di Torino decide, a seguito dell’emancipazione a loro concessa da Carlo Alberto, di far edificare una Sinagoga. Il progetto, affidato all’estroso architetto Alessandro Antonelli, diviene però eccessivamente dispendioso per la comunità a causa degli elevati costi di costruzione dovuti alla scelta, da parte dell’Antonelli, di rendere la Sinagoga torinese la più grande d’Italia e la più alta d’Europa.<br /> Il cantiere viene dunque rilevato dalla Città di Torino che sceglie di approvare le modifiche apportate e di dedicare l’edificio al Re Vittorio Emanuele II. La costruzione viene così ulteriormente modificata e innalzata sino a raggiungere i definitivi 167 metri, prevedendo inoltre sulla punta della guglia un genio alato (dai torinesi chiamato l’angelo).<br /> Dopo 26 anni di lavori, nel 1889, la struttura della guglia è terminata e sulla sua punta viene issato il genio alato dorato. In seguito, grazie al contributo del figlio di Antonelli, Costanzo e dell’architetto Annibale Rigotti, che eseguirà le decorazioni all’interno, l’edificio vede il suo definitivo compimento. Attualmente la Mole ospita il Museo Nazionale del Cinema.</p> <p><strong>IL TEATRO REGIO</strong><br /> Le origini del Teatro risalgono all’inizio del XVIII secolo quando Vittorio Amedeo II decide di commissionare all’architetto Filippo Juvarra la progettazione e la costruzione di un nuovo grande teatro. L’intento viene però perfezionato solo qualche anno più tardi da Re Carlo Emanuele III il quale, in seguito alla morte di Juvarra, sceglie di affidare il progetto all’architetto Benedetto Alfieri. Il Regio Teatro di Torino viene edificato nel tempo record di due anni e inaugurato il 26 dicembre del 1740 con l’Arsace di Francesco Feo.<br /> Da allora il Teatro Regio vanta centinaia di prime rappresentazioni diventando subito un punto di riferimento internazionale per la capienza, circa 2.500 posti, e le magnifiche decorazioni della sala.<br /> I più grandi nomi della musica e dell’opera nazionale e internazionale eseguiranno qui le loro prime rappresentazioni fra cui Giacomo Puccini che terrà a battesimo Manon Lescaut (1893) e La bohéme (1896), e Richard Strauss, che nel 1906 dirige Salomè in “prima” italiana.<br /> Il Teatro Regio dalla sua fondazione sino ad oggi, continua a essere, con la sua attività, il centro della vita culturale e artistica di Torino e del Piemonte ma non solo.</p> <p><strong>LA BASILICA</strong><strong> DI</strong><strong> SUPERGA. LA VETTA DI TORINO.</strong><br /> La Basilica di Superga nasce per volere del Duca Vittorio Amedeo II, a seguito di un voto fatto alla Madonna delle Grazie nel 1706, durante l’assedio dei Franco-Spagnoli in Piemonte.<br /> La sua costruzione si deve a Filippo Juvarra, architetto messinese di Casa Savoia.<br /> Il suo interno è arricchito da sei cappelle e da quattro altari, oltre l’Altare Maggiore, con statue e monumenti in marmo di Carrara, di particolare interesse sono le numerose tele d’altare e la cupola, ispirata alle opere romane di Francesco Borromini.<br /> Nella Cappella del Voto, all’interno della Basilica, è conservata la Statua in legno della Madonna delle Grazie del Seicento, la stessa a cui si rivolse Vittorio Amedeo II per vincere la battaglia.<br /> I sotterranei della basilica custodiscono uno storico e artistico mausoleo nel quale sono situate le tombe dei Sovrani Sabaudi da Vittorio Amedeo II a Carlo Alberto e di altri 50 fra principi e principesse.</p> <p><strong>PALAZZO REALE</strong><br /> Di epoca seicentesca, il Palazzo fu residenza dei duchi di Savoia, dei Re di Sardegna e dei Re d&#8217;Italia fino al 1865. Nel corso degli anni è stata più volte rimaneggiata e ampliata e abbellita al suo innterno dai più importanti rtisti che operarono a Torino.<br /> Oggi sono visitabili gli appartamenti reali riccamente decorati e arredati dal XVII al XX secolo che documentano l&#8217;evoluzione del gusto dei sovrani sabaudi e conservano non soltanto mobili ma anche orologi, porcellane e argenti.</p> <p>Non dimentichiamo però altri importanti testimonianze della storia di Torino come Palazzo Carignano, residenza sabauda e sede del Primo parlamento italiano o Palazzo Madama; il bellissimo santuario della Consolata o la Chiesa della Gran Madre di Dio. A Torino ha inoltre sede uno dei più importanti Musei dedicati esclusivamente alla cultura e all’arte dell’antico Egitto.</p> <p><strong>I CAFFE’ STORICI</strong><br /> Il turista che arriva a Torino rimane affascinato nello scoprire che parecchi caffè e locali storici hanno mantenuto la medesima struttura e la stessa atmosfera che accoglieva gli ospiti nell’Ottocento.  Tra le mura di questi famosi locali, esponenti della borghesia, politici e artisti sorseggiavano tè e gustavano golosi pasticcini discutendo di politica, di affari, di arte in un ambiente raffinato e accogliente.<br /> Fra i caffè più famosi che ancora oggi si possono trovare per le vie di Torino sono il <em>Caffè Del Cambio</em>, nato nel 1757 e che ebbe illustri frequentatori fra cui il Conte Camillo Benso di Cavour, il <em>Caffè confetteria Al Bicerin,</em> nato nel 1763, dove venne inventato, e ancor oggi si può gustare, la bevanda più golosa di Torino, il <em>bicerin </em>fatto con caffè, cioccolato e crema di latte.<br /> Ed ancora la  <em>Caffè</em><em> gelateria Fiorio</em>, chiamato all’epoca  il caffè dei codini e dei Machiavelli, nato nel 1780 e meta di nobili, diplomatici e intellettuali, il <em>Caffè San Carlo</em> inaugurato nel 1822 e primo caffè d&#8217;Italia ad adottare, nel 1832, la luce a gas, il <em>Caffè Platti,</em> aperto nel 1870, che ebbe tra i suoi clienti affezionati anche il Senatore Giovanni Agnelli, fondatore della F.I.A.T., Luigi Einaudi e Cesare Pavese.<br /> Altri locali tipici sono, infine, l’elegante <em>Caffè confetteria Baratti</em> aperto nel 1875, il <em>Caffè Torino</em>inaugurato nel 1903 e salotto meta di tutta la società bene e il <em>Caffè Mulassano</em> aperto nel 1907, ritrovo abituale di Casa Reale, dei notabili di Corte e degli artisti del vicino Teatro Regio.</p> <p><strong>TORINO CITTA’ MAGICA</strong><br /> Torino è da sempre considerata in tutto il mondo, come Praga e Lione, una città magica in virtù di vari fattori: numerose sculture simboliche come rosoni, draghi, mascheroni, cani e leoni, collocate in vari punti della città, il trovarsi all&#8217;incrocio di due fiumi, il Po e la Dora Riparia, che rappresenterebbero, per gli esoteristi, il Sole e la Luna, ma soprattutto l’essere collocata geograficamente in un punto d&#8217;incontro di diverse linee sincroniche, ovvero energetiche, tutto ciò fa di Torino un luogo come pochi altri al mondo, meta di turisti appassionati di arti occulte che giungono qui alla ricerca di simboli magici ed esoterici.</p> <p><strong>TORINO WORLD DESIGN CAPITAL. NEL 2008 ARRIVA A TORINO L’ÉLITE DEL DESIGN</strong><br /> Fra i tanti prestigiosi riconoscimenti che la città di Torino ha ottenuto e ottiene, l’essere stata nominata, nel 2008, la prima <strong>World Design Capital</strong> da parte del <strong>Icisid</strong> (International Council of Societies of Industrial Design) rientra sicuramente fra questi.<br /> Il World Design Capital è un progetto nato nel 2008 e ideato dal Icisid per celebrare quelle metropoli che hanno fatto del design lo strumento per reinventare se stesse e il mezzo per migliorare e sviluppare la vita sociale, culturale ed economica della città.<br /> Torino ha fatto dunque da apripista nel 2008 con una serie di iniziative e appuntamenti che hanno avvicinato il grande pubblico al design coinvolgendolo in vari progetti e attività durante l’intero corso dell’anno , la palla è poi passata a  Helsinki  nel 2009 e a Seul nel 2010.</p> <p><strong>LUCI D’ARTISTA</strong><br /> Nata nel 1998 e giunta nel 2010 alla sua dodicesima edizione,<strong> Luci d’Artista</strong> è un’iniziativa che, nel periodo fra novembre e gennaio, trasforma la città di Torino in un grande e suggestivo museo all’aperto grazie all’esposizione di numerose opere d’arte luminose dal grande impatto scenografico realizzate dai più importanti esponenti dell’arte contemporanea nazionale e internazionale.<br /> Piazze e vie cittadine assumono così colori spettacolari e il cielo della notte torinese diventa la tela di un grande quadro, dipinto attraverso le sfumature e i mille colori delle installazioni luminose che costellano la città.<br /> Le Luci d&#8217;Artista sono un progetto inserito all&#8217;interno del programma del Contemporary TorinoPiemonte, un insieme organico di istituzioni, strutture, spazi, eventi e attori, attivo tutto l’anno per la valorizzazione dell’arte contemporanea.</p> ]]>
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